Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Sullo sfondo rimangono i timori per la Cina. Ieri la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha tagliato il tasso di riferimento per i prestiti a un anno (Loan Prime Rate - LPR) di 10 punti base al 3,45% dal precedente 3,55%, mentre il LPR a cinque anni, il tasso utilizzato per determinare il costo dei mutui, è rimasto invariato al 4,2%. Gli analisti si aspettavano un taglio a entrambi i tassi per contrastare il rallentamento della crescita della seconda economia mondiale. La mossa della PBoC arriva a distanza di qualche giorno dal caos sul settore immobiliare del Paese, scatenato dal caso Country Garden ed Evergrande. Intanto, dalla Germania sono arrivate indicazioni positive sul tema dell’inflazione: a luglio i prezzi alla produzione sono scesi più delle attese sia a livello sequenziale sia su base annuale (-1,1% su base mensile e -6% a/a). Meno confortanti invece le prospettive della Bundesbank emerse dal bollettino economico mensile. Nel terzo trimestre l’economia tedesca dovrebbe ristagnare. Il PIL “rimarrà probabilmente sostanzialmente invariato” da luglio a settembre, rispetto al trimestre precedente. Ciò dovrebbe prolungare la stagnazione della crescita (0%) osservata da aprile a giugno. Il dato finale del PIL del 2° trimestre sarà pubblicato il 25 agosto. La Buba ha inoltre avvertito che l’inflazione sottostante potrebbe aver raggiunto il picco, ma le pressioni sui prezzi stanno rientrando troppo lentamente con il rischio crescente che l’aumento dei prezzi al consumo rimanga sopra il 2%.
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