L’aumento dei contagi in Europa impatta sul mood degli investitori. Usa, India, Giappone e Corea liberano riserve petrolifere: WTI poco reattivo. Opec+ si riunisce il 2 dicembre: attese reazioni alle mosse di Usa & co. Crollo Lira turca per politica monetaria ”non ortodossa” della Banca Centrale.
L’evidenza di una nuova ondata di contagi in Europa e l’aspettativa di una prossima stretta sui tassi di interesse, a cominciare dagli Usa, hanno avuto il sopravvento rispetto ai positivi dati di PMI (Purchasing managers Index) e ieri, 23 novembre, i maggiori listini azionari continentali hanno chiuso in calo.
Il FtseMib italiano ha perso -1,6%, il Cac40 francese -0,8%, il Dax tedesco -1,1%. Solo il Ftse 100 londinese ha spuntato +0,2% grazie al recupero dei petroliferi. Piu’ mista Wall Street, dove le vendite hanno colpito il comparto tecnologico: DowJones +0,55%, S&P500 +0,17%, e Nasdaq negativo -0,5%: Zoom, leader del web-conferencing, sceso sino a -14%, dopo che il management ha ridimensionato le guidance 2021.
Prezzo del petrolio al centro dell’attenzione: il Presidente Usa Biden ha ordinato di “liberare” 50 milioni di barili di riserve strategiche e, in coordinamento con altri Paesi importatori, scelte simili sono attese da Cina, India, Giappone, Corea e Regno Unito. La mossa e’ in risposta alla resistenza dell'Opec (Cartello dei maggiori esportatori) alla rischiesta di aumentare gli incrementi alla produzione: ora attendiamo la risposta del “cartello” che, sotto la leadership Saudita si riunira’ la prossima settimana, 2 dicembre.
L'Amministrazione Biden teme che i prezzi elevati dei carburanti e per il riscaldamento incidano sulla propensione alla spesa dei consumatori. Al tempo stesso le imprese americane subiscono l’aumento delle materie prime energetiche con disappunto, visto che gli Usa sono un grande produttore di petrolio e gas.
Nonostante l’annuncio, dopo un’iniziale discesa, i prezzi del greggio sono tornati a salire, col WTI (West texas Intermediate) di nuovo sopra 78 Dollari/barile, forse per la delusione sulle cifre in gioco, ritenute troppo basse.
Sul fronte “macro” europeo, segnaliamo i positivi dati Pmi di novembre: in Germania l'indice dei servizi è salito a 53,4 contro attese di 51,5. Quello della manifattura, calato a 57,6, ha comunque superato le previsioni. In Francia il PMI dei servizi è salito a 58,2 vs stime di 55,5, e quello della manifattura a 54,6 vs attese di 53,1. Il dato “composito” per l’Euro zona e’ migliorato a 55,8, battendo le attese di 53,2. Se e’ positivo che i dati Pmi risultino relativamente poco impattati dai colli di bottiglia per materie prime e componenti, allarma invece la perdurante accelerazione dei prezzi, sia “pagati” che “ricevuti”, poiche’ rappresenta un fattore di rischio rilevante per i profitti aziendali e per l’indiretto impatto inflattivo sui consumatori.
I numeri delle componenti “aspettative” restano comunque congruenti con una stima di crescita del Pil 2021 dell’Area pari a +5,0% (+0,6% nel 4’ trimestre sul 3’).
Anche negli Stati Uniti, il Pmi “servizi”, seppure sceso a 57 punti dai 58.7 di ottobre, rivela una prolungata fase espansiva, con buone indicazione sulla prospettiva occupazionale, ma anche segnali di continua accelerazione dei “prezzi”.
Sul versante obbligazionario ieri, 23 novembre, e’ proseguita la tendenza al rialzo dei rendimenti dei “governativi” e lo spread fra BTP decennale italiano e omologo Bund tedesco si e’ allargato sino ai 128 punti base, col rendimento del decennale italiano a +1,05%.
Quello del Treasury Note Usa a dieci anni conferma stamattina (ore 11.45 CET) l’area +1,60%, senza ulteriori spinte al rialzo, mentre il future sull’inflazione Usa a 5 anni è sceso a +2,43%, minimo del mese, testimoniando l’aspettativa di possibile graduale rientro dai picchi inflattivi di ottobre.
Tra le valute si conferma la forza recente del Dollaro, che stamani scambia a 1.121 verso Euro, livello piu’ basso da giugno 2020. Violento tracollo della Lira turca che solo nella seduta di ieri ha perso oltre il -10% contro Dollaro (da inizio anno oltre -40%), all’indomani di un discorso del Presidente Turco Erdogan che ha difeso la politica “non convenzionale” della Banca Centrale di tagliare i tassi di interesse per contrastare l'inflazione troppo elevata.
Sulle Borse asiatiche stamani, 24 novembre, ha prevalso la cautela. Dopo un giorno di chiusura per festivita’ il Nikkei giapponese ha chiuso in ribasso del -1,6%, mentre lo Straits di Singapore perde -0,1% nonostante il sonoro +7,1% del PIL (Prodotto interno lordo) nel terzo trimestre. L’Hang Seng di Hong-Kong ha segnato +0,15%, con Alibaba, -2,2%, alla sesta seduta consecutiva di calo.
A fine mattinata, le Borse europee sono deboli, con cali medi del -0,4%, mentre I future su Wall Street indicano aperture in lieve ribasso, nel giorno della pubblicazione dei verbali dell'ultimo meeting della Federal Reserve.
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