Trimestrali Usa in arrivo: un banco di prova sulla tenuta dei margini. L’economia cinese prende velocita’: boom dei consumi privati. Banche centrali Usa ed Europea verso nuovi rialzi: saranno gli ultimi? La debolezza dello Yen aiuta imprese e borse giapponesi.
Lo slancio della scorsa settimana non ha avuto seguito ieri, 17 aprile, seduta nella quale la prudenza ed i dubbi sulla crescita delle economie sviluppate hanno preso il sopravvento: la previsione sulle prossime mosse delle Banche centrali e’ alquanto ardua, ma prevale l’attesa di un nuovo contenuto rialzo del costo del denaro in Europa e Stati Uniti nelle prossime riunioni di maggio.
Le Borse europee hanno chiuso la seduta con variazioni ridotte: Milano ha perso -0,5% (era salito +2,4% la scorsa settimana), Parigi -0,3%, Francoforte -0,1%, Madrid +0,2%. Rialzi frazionali e curiosamente uniformi per i principali indici di Wall Street: Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, tutti appaiati a +0,3% all’inizio di una settimana che sara’ fitta di relazioni societarie sul 1’ trimestre 2023.
Tornando alle Banche centrali: il Presidente della Bundesbank tedesca Joachim Nagel afferma che «non abbiamo ancora ucciso la bestia dell'inflazione», avallando implicitamente nuovi aumenti dei tassi di interesse.
Bloomberg, in un sondaggio tra economisti pubblicato ieri, assegna la probabilita’ maggiore ad altri 3 rialzi da +0,25% nelle riunioni di maggio, giugno e luglio: “target” a 3,75%, dunque!! Noi pensiamo che un +0,5% cumulato sia “sufficiente”, ma e’ indubbio che il mercato abbia velocemente accantonato le previsioni piu caute, post disastro di Credit Suisse.
Negli Stati Uniti, nonostante qualche segnale di indebolimento del quadro macro e del mercato del lavoro, un’indagine di CME Group assegna 85,8% di probabilita’ ad un nuovo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve (Banca centrale Usa, FED), pari a +0,25% ed al livello di 5,00%-5,25%, al prossimo meeting di maggio. Quelli che credevano in uno scenario di tassi “flat” sono quasi spariti...
Intanto entriamo nel vivo delle “trimestrali Usa”: la “reporting season” e’ partita venerdì 14 coi conti di alcune “big bank”, tra cui Wells Fargo e Jp-Morgan, che nell’insieme sono piaciute: oggi, 18 aprile, e’ la volta di Johnson&Johnson, Bank of America e Goldman Sachs, domani tocchera’ a Netflix, United Airlines, Morgan Stanley, Ibm e Tesla; Procter & Gamble pubblichera’ venerdì, assieme a tante altre.
L’inflazione e’ scesa a marzo negli Usa: i prezzi alla produzione sono diminuiti -0,5% rispetto a febbraio, e la variazione annuale e’ crollata da +4,9% a +2,7%. Invece i prezzi al consumo a marzo, la cui variazione annuale e’ peraltro scesa a +5,0%, ai minimi da maggio 2021, si rivela ancora “sticky” (appiccicosa) nelle componenti “core” (ex alimentari ed energetici), essendo salita di +0,1% a 5,6%.
Macro Usa: l'indice Empire State, che misura la salute della manifattura nello Stato di New York, è risalito sopra zero dopo quattro cali consecutivi, segnando il livello piu’ alto da luglio 2022.
Macro Europea: la disoccupazione nel Regno Unito è cresciuta a 3,8%, +0,1% sul 4’ triemestre 2022 e rispetto alle attese: i salari sono cresciuti del +5,9% su base annua nominale, cioe’ scesi -3,0% in termini reali (depurati dell’inflazione), il dato peggiore dal 2009.
In Germania, l’indice ZEW di aprile sull’ottimismo delle imprese ha deluso le attese: la voce “aspettative” e’ scesa a 4 da 13 di marzo: le stime indicavano 15,3.
Cina: l’economia sembra accelerare, per effetto della rimozione della limitazioni da Covid: le vendite al dettaglio a marzo sono cresciute +10,6% annuo, in forte ascesa dal +3,5% di gennaio-febbraio e battendo il +7,6% previsto dal consenso.
Il boom dei consumi privati cinesi si riverbera sul GDP (prodotto interno lordo), che mostra un solido +4,5% nel 1’ trimestre 2023 contro il +2,9% del 4’ trimestre 2022. Un po’ deludenti le stime sulla produzione industriale del 1’ trimestre 2023, +3,9%.
Oggi, 18 aprile, occhi aperti sui dati del comparto immobiliare Usa: saranno pubblicati i permessi di costruzione concessi e apertura di nuovi cantieri a marzo.
Stamani Borse asiatiche incerte, con Tokyo in rialzo per l'ottava seduta consecutiva: Nikkei225 +0,5%, sospinto dalle azioni delle grandi aziende esportatrici, favorite dall'indebolimento dello Yen. In Cina, Shanghai -0,12% e Shenzhen -0,20%. A Hong Kong, Hang Seng debole, -0,92%, a Seul, Kospi a -0,28%.
Materie prime energetiche senza slancio, nonostante la prospettiva di forte crescita della domanda cinese: il prezzo del greggio WTI (West Texas Intermediate) scende -0,8% a 80,2 Dollari/barile, e quello del gas naturale europeo resta debole, attorno a 41 Euro/megawattora sulla trading venue TTF di Amsterdam.
Stabili i rendimenti e gli spread tra titoli governativi sul mercato obbligazionario: il BTP benchmark “paga” 4,30%, spread BTP/Bund a 183 pbs.
Sul mercato valutario troviamo l’Euro in rimonta sul Dollaro a 1,096, da 1,092 del fixing di ieri, e sullo Yen giapponese, che tocca quota 147, ai massimi di sempre. Cryptovalute in recupero, con bitcoin, +3,1% di nuovo sopra 30 mila Dollari: Ethereum +1,6% a 2.105 (ore 13.30 CET).
Le Borse europee, a fine mattinata, hanno un’intonazione positiva e guadagnano in media +0,6%. Piuttosto stabili le riaperture di Wall Street, se guardiamo ai future sui principali indici. (ore 13.30 CET).
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