Ci siamo lasciati il primo trimestre di contrattazione alle spalle, e oramai, proprio come accade dallo scorso ottobre, il mercato ci ha mostrato una forza a tratti inaspettata, alimentata probabilmente da dati economici robusti, nonché dalla prospettiva di riduzione dei tassi che comincia a sembrare sempre più vicina.
Da inizio anno possiamo vedere come quasi tutti i settori siano in territorio positivo, con performance superiori alla media per i titoli di natura finanziaria, comunicazioni ed energetici.
Il settore energetico, come sappiamo, dal 2020 ha visto i componenti dell'indice correre come non mai, complici le sirene inflazionistiche e quindi i maggiori margini di utili per gli appartenenti al settore. Dopo un 2023 sottotono, sembra aver rialzato la testa. Personalmente non sono un grande "fan" di questo settore, dove soprattutto le aziende basate sul vecchio modello di estrazione e sfruttamento delle risorse naturali, è già fortemente sviluppato e tende a vivere maggiormente per rendite di posizione.
Il settore delle comunicazioni è da diverso tempo tra i best performers, ma i motivi possono essere sostanzialmente 2: 1) Tra il 2021 ed il 2023 ha subito un bear market particolarmente marcato, portando le quotazioni di alcuni titoli a livelli davvero interessanti ed attirando acquisti; 2) In previsione di periodi di guerra, inflazione e maggiori costi, una delle prime voci di spesa che si tende a ridurre è proprio quella pubblicitaria. L'essersi messi questi timori alle spalle, unitamente alle condizioni di un mercato "a sconto" ha risvegliato l'interesse verso questo settore.
Il settore dei finanziari è un altro che, con il passare dei cicli economici o delle varie fasi di mercato, tende a prendere benefici proprio per la capacità di posizionarsi guardando al medio periodo. Abbiamo visto XLF salire sia durante il rialzo dei tassi, nonché con un certo grado di sorpresa, durante la fase di una prospettiva di riduzione degli stessi. E' evidente che la manipolazione dei tassi tende a giovare ai finanziari i quali: - In una prima fase hanno beneficiato dell'incremento del costo del denaro. Passare da un modello di tassi radenti lo zero ad uno dove si viene a creare un "cuscinetto" positivo, tende a dare maggior margine di manovra alle banche; - Il risveglio del fixed income e dell'interesse verso l'investimento obbligazionario ha permesso alle banche una raccolta record; - Per la prima volta dopo un decennio, la liquidità dei clienti presente sul conto contribuisce ai ricavi anche senza meccanismi d'investimento; - Le prospettive di un'imminente riduzione dei tassi, assieme ad un'economia che ha tenuto egregiamente, può incidere positivamente sulla qualità del credito concesso e sul deterioramento dello stesso.
In questo primo trimestre del 2024, continua a sembrare tutto "troppo bello", si è passati dal mercato del 2022/2023 dove bisognava fare attenzione per le difficoltà ambientali e di contesto economico incerto, ad una situazione dove i "cassettisti" hanno beneficiato per la maggiore.
Personalmente, continuo sulla strada della prudenza, con il mercato ai massimi cerco di guardare "altrove", non per inventarmi qualcosa, ma semplicemente per cercare aziende con valutazioni più favorevoli.
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