WisdomTree - Tactical daily Update - 30.06.2022

Cala molto la fiducia dei consumatori europei: l’alta inflazione si fa sentire.
FED e ECB mettono ora chiaramente in primo piano la lotta all’inflazione.
Cina: l’economia sembra finalmente ripartire: buoni dati PMI di giugno.
La prospettiva di rallentamento globale frena la corsa delle materie prime.


Ieri, 29 giugno, come prevedibile, le Borse europee, impattate dalla scivolata di Wall Street della sera prima, hanno chiuso negative: Milano -1,2%, Francoforte -1,7%, Londra -0,1% e Parigi -0,9%. Sull’umore della seduta di ieri ha inciso anche il nuovo calo dell'indice di fiducia dei consumatori nell'Eurozona, che a giugno e’ calato a -23,6 punti, da -21,2 di maggio.

Martedi’ 28 Wall Street aveva chiuso in forte ribasso afflitta dal deludente dato sulla fiducia dei consumatori, tornato ai minimi da febbraio 2021, e con la voce “aspettative future” addirittura ai minimi dal 2013: se scendono i consumi privati, il rischio di recessione diventa piu’ concreto e margini/utili delle societa’ quotate ne soffrirebbero.

In questa fase di avvicinamento alla “reporting season” del 2’ trimestre, Wall Street resta molto incerta e priva di direzione: ieri, 29 giugno, le chiusure sono state “piatte”: Dow Jones +0,27%, Nasdaq -0,03%, S&P500 -0,07%.

Ieri al Forum dei Banchieri Centrali a Sintra (Portogallo) il Presidente della Banca Centrale Europea Lagarde, ha ribadito i dubbi su una rapida discesa dei prezzi, poiche’ "la situazione geopolitica incide molto e rende imprevedibile lo scenario".

Dal confronto tra la Signora Lagarde, il Chairman della Federal Reserve Powell ed il Governatore della Banca d'Inghilterra Bailey e’ emersa la comune convinzione che le banche centrali debbano adattarsi ad uno scenario di prezzi piu’ elevati del desiderato ed agire in suo contrasto.

Powell ha ribadito che la FED e’ impegnata nell'obiettivo di raffreddare l'inflazione, anche a costo di rallentare la crescita, puntando ad un miglior bilanciamento tra domanda ed offerta, e a tenere comunque positivo il tasso di crescita del GDP.

Il rischio di spingere l’economia verso una transitoria recessione c’e’, ma e’ meno grande di quello dell’esagerata crescita dei prezzi.

Secondo il Chairman della FED l’economia americana è abbastanza solida da “sopportare l'aumento dei tassi": le famiglie hanno accumulato risparmi, le imprese hanno strutture finanziarie solide, l’occupazione e’ vicina ai livelli ottimali.

Ci avviamo verso la fine di un semestre di disillusione sul fronte della crescita europea ed in parte di quella americana, ma la correzione al ribasso dei maggiori listini azionari dei Paesi sviluppati potrebbe aver “aggiustato” livelli di valutazione che nell’autunno scorso, con le borse ai massimi storici, parevano eccessive.

In Usa, tuttavia, la paura di una rapida frenata dell’economia si manifesta solo da qualche settimana, associata a repentine e pesanti revisioni delle attese di utili aziendali, di cui si avra’ riscontro a partire da meta’ luglio, quando partira’ la “reportistica sul 2’ trimestre”.

Lo scenario incerto rende poco prevedibili anche le future mosse della FED. Se si materilizzasse un contesto recessivo nel trimestre estivo, associato ad un raffreddamento dell’inflazione, non si puo’ neppure escludere un cambio di rotta della Banca Centrale. I mercati obbligazionari attribuiscono a tale scenario una probabilita’ crescente ed incorporano un taglio di -0,5% nel 2023.

Per quanto ormai dato “storico”, segnaliamo che il GDP Usa (Prodotto interno lordo) è sceso -1,6% nel 1’ trimestre 2022, dal -1,5% della prima lettura, per effetto del disavanzo commerciale e del decumulo delle scorte.

Ricordiamo che nel quarto trimestre 2021, il PDP Usa era cresciuto +6,9% “trimestre su trimestre”. Le spese per consumi nel primo trimstre 2022 sono salite “solo” +1,8% su base trimestrale.

Fronte macro europeo: in Germania l'inflazione sale meno delle attese in giugno: +0,1% su maggio, contro +0,3% stimato: +7,6% annuale, piu’ basso del +7,9% di maggio e del +8,0% stimato dagli analisti. Accelera invece l'inflazione in Spagna: a giugno sale a +10,2% annuale, il livello più alto da 37 anni.

Tornano i compratori sul comparto obbligazionario. Il BTP ha chiuso la seduta in forte apprezzamento, il rendimento è sceso di -0,16% a +3,38%. Il Treasury Note dieci rende +3,10%, da 3,14% di ieri (ore 13.30 CET).

Oggi, 30 giugno, si riunisce l’Opec+ (cartelo dei maggori esportatori). Il prezzo del petrolio WTI perde -1,9% e torna sotto 108 Dollari/barile.

Stamani le borse della Cina continentale sono salite, col CSI300 di Shanghai&Shenzhen a +1,5% (-6% nel semestre), favorite da alcuni dati macro positivi: l’indice PMI (Purchasing managers index) dei servizi è rimbalzato a 54,7 da 47,8 di maggio, sopra le stime di 50,5. Anche il PMI manifatturiero e’ tornato in area d’espansione risalendo a 50,2 da 49,6 di maggio, allineato alle aspettative.

Poco mosso l’Hang Seng di Hong-Kong, che conlude un primo semestre a -6%: negativo il Nikkei giapponese, -1,3% e -8% nel semestre. La produzione industriale giapponese a maggio e’ calata del -7% anno su anno, facendo peggio delle previsioni. Quella della Corea del Sud e’ stabile sui livelli di maggio ed il Kospi di Seul ha chiuso la seduta a -1,3%, e -21% nel semestre.

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