L’ attesa per l’ inevitabile trend continua a esserci in Piazza Affari e la calma piatta va interpretata come segnale certo di grande volatilità alle porte.
Nulla di nuovo sotto il sole: prima di un grande movimento c’è sempre una quiete che tranquillizza e rassicura i più e che serve proprio a trovarli impreparati successivamente.
Infatti, andando indietro nel tempo, ci accorgiamo come nel 2015 prima che il mercato perdesse 7.000 punti vi fu una tranquillizzante calma di 38 settimane, con prezzi tra 24.000 e 22.000 punti circa (Figura 1). Così nel 2016 i prezzi stettero in un laterale tra 17.000 e 16.000 punti per 25 settimane prima che il mercato esplodesse al rialzo di 8.000 punti (sempre Figura 1). E poi, a inizio 2018, ancora fermo per 36 settimane prima di mollare gli ormeggi di 6.000 punti (ancora Figura 1)
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
E non finisce qui: ci vollero 18 settimane a fine 2019 affinché i prezzi accumulasse per prendere la spinta necessaria ad andare 6.000 punti sopra e, ultimamente, a cavallo di inizio 2020, 17 settimane prima del successivo trend ribassista da 25.000 a 14.000 punti (Figura 2).
Fig 2. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
E se andassimo indietro nel tempo gli esempi sarebbero infiniti.
Cosa si deduce da tutto questo? Che ci troviamo di fronte ad una LEGGE: non può esserci un laterale lungo senza un esteso trend successivo come non può esistere un trend forte senza un lungo laterale precedente.
Da ciò si deduce che:
1) il lungo laterale di 22 settimane cui attualmente assistiamo non è un’ eccezione ma è la norma; 2) che vi sarà un forte trend come in Figura 3 o oltre.
Fig 3. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale
Questo deve indurre a fare un piano che impedisca ai propri portafogli di prendere una direzione indesiderata perché il mercato è molto buono: avverte sempre prima di fare un trend e da tutto il tempo necessario affinché ci si possa organizzare.
Poi il tempo finisce.
Fabio Pioli comunica che la presente esposizione presenta informazioni che potrebbero potenzialmente suggerire implicitamente o esplicitamente una strategia di investimento riguardante uno o più strumenti finanziari e pareri sul valore o il prezzo attuale o futuro di tali strumenti ed è da intendersi come una comunicazione di marketing. In quanto tale non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimenti e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
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