I mercati credono nel calo dell’inflazione: oggi il dato CPI Usa. Un calo dell’inflazione alimenterebbe la speranza di un “easing monetario”. Consumi private in calo in Europa, ma e’ presto per chiamarla recessione. Previsioni del FMI ottimistiche solo per la Cina: oltre +5% nel 2023.
Ieri, 12 aprile, le notizie migliori sono arrivate dalla Cina, specificamente la frenata dei prezzi al consumo, scesi a marzo -0,3% rispetto a febbraio, per una variazione annuale di +0,7%, in calo dal +1% di febbraio. Ottimismo crescente anche per le sorti di bitcoin, tornato sopra 30 mila Dollari come non accadeva da giugno 2022, pur restando lontanissimo dai 70 mila sfiorati a novembre 2021.
I mercati azionari europei hanno segnato buoni rialzi: Parigi +0,89%, Francoforte +0,37%, Londra +0,52%, Milano +1,15%. Alla vigilia dell’importantissimo dato di oggi 12 aprile sull'inflazione Usa di marzo, Wall Street ha chiuso con variazioni minime: Dow Jones +0,29%, Nasdaq -0,43%, S&P500 invariato.
Secondo il Segretario al Tesoro americano Janet Yellen "l'inflazione statunitense rimane troppo alta, ma si è moderata negli ultimi 6 mesi: il sistema bancario rimane solido, con forti posizioni di capitale e liquidità, mentre il sistema finanziario globale è resiliente”: parole decisamente tranquillizzanti, viene da dire..
In Svizzera, sul tema della “salute” delle banche, rilevamo i toni concilianti del Presidente della Confederazione, Alain Berset, secondo il quale “la scomparsa del Credit Suisse, acquisito dalla concorrente Ubs, non è quella della Svizzera" e che il suo fallimento "avrebbe avuto conseguenze disastrose per il Paese".
In Europa l’inflazione ancora troppo alta ha penalizzato le vendite al dettaglio a febbraio, scese -0,8% in volume rispetto a gennaio 2023 e -3,0% rispetto a febbraio 2022: il dato, fornito da Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione europea) era atteso e testimonia un trend semi-recessivo dei consumi privati.
La febbrile attesa per il dato sull’inflazione Usa di marzo, in calendario oggi, e’ dovuta alla sua potenziale influenza sulle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa). Il consenso prevede un forte rallentamento del dato generale (“headline”) a +5,2% dal +6,0% precedente, ma anche uno sgradito ulteriore aumento di quello 'core', a +5,6% da +5,5%.
Altrettanto importate sara’ quello di domani, 13 aprile, sull’inflazione Pce (personal consumption expenditure), calibrato sulla spesa “tipica” delle famiglie americane, a cui la FED assegna grande rilievo per decidere eventuali aumenti del costo del denaro.
Sul tema, l’analisi dei future sui Fed Funds assegna una probabilita’ del 75% ad un rialzo di 25 punti base al meeting del 4 maggio, ed una del 67% alla stabilita’ del costo del denaro nellla riunione successiva del 14 giugno.
Venerdì 13 negli States iniziera’ il rilascio delle relazioni trimestrali, importante momento di verifica sull’andamento dell’economia nel primo trimestre dell’anno.
I rendimenti dei Govies europei sono in lieve rialzo, ma gli spread di rendimento tra Bund decennale tedesco e omologhi “periferici” resta stabile: quello verso BTP benchmark e’ 185 bps, col BTP decennale che paga 4,15%, da 4,02% di martedi’ 10.
Salgono i tassi sui mutui in Italia, toccando il 4,12% a febbraio, dal 3,95% di gennaio: lo si legge nell’ultimo Bollettino della Banca d'Italia, secondo cui anche il tasso applicato alle nuove erogazioni di credito al consumo e’ salito a 9,88%, dal 9,79% di gennaio.
Ieri, 11 aprile, sono leggermente risaliti i rendimenti dei titoli di Stato Usa (Treasury 10 anni a +3,44%), quando John Williams, Presidente della Regional Fed di New York, si è detto favorevole ad un nuovo rialzo di +0,25% a maggio: piu’ cauto Austan Goolsbee, (Fed di Chicago), che invoca "prudenza e pazienza" nella politica monetaria, temendo una pericolosa stretta creditizia.
Come noto, il Fondo Monetario Internazionale ritiene che il GDP (prodotto interno lordo) mondiale, nel biennio 2023-2024, possa crescere al passo più lento da 30 anni, rallentando dal +3,4% del 2022 al +2,8% nel 2023 e recuperare +3,0% nel 2024.
La crescita negli USA rallenterà al +1,6% nel 2023 dal 2,1% del 2022 e al +1,1% nel 2024. Nell'area Euro e’ prevista una riduzione al +0,8% nel 2023, dal 3,5% del 2022, seguito da una crescita del +1,4% nel 2024. Per la Cina e’ previsto +5,2% nel 2023 e +4,5% nel 2024, dopo il +3,3% del 2022.
Sul mercato valutario, il cambio Euro/Dollaro e’ stabile attorno a 1,091, mentre quello Euro/ Yen, dopo la conferma della politica monetaria super accomodante, e’ salito a 145,7 da 143,8.
Il prezzo del petrolio torna a crescere e ieri il Wti (greggio riferimento Usa) ha toccato 81,1 Dollari/barile, +1,7%. In rialzo, +2,6% a 44,2 Euro/megawattora, anche il prezzo del gas naturale europeo sulla trading venue TTF di Amsterdam.
Piuttosto eterogenee le chiusure delle Borse asiatiche di stamattina: il Nikkei giapponese e’ salito per la 4’ seduta consecutiva, +0,57% sulla positivita’ di Warren Buffett (Berkshire Hathaway), che ipotizza investimenti aggiuntivi sulla borsa nipponica. Hong Kong, -1,1%, risente del forte calo, -5,5%, di Tencent. In Cina Shanghai +0,41% e Shenzhen +0,06%.
A fine mattinata, i maggiori listini azionari europei mostrano un’intonazione positiva e progressi medi di +0,6%. In una seduta che sara’ influenzata dal dato sull’inflazione Usa e dalla pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione della FED i future su Wall Street indicano riaperture in rialzo, attorno +1% (ore 13.30 CET).
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