L’indice dei prezzi al consumo nel mese di gennaio, negli Stati Uniti, è salito del 3.1% su base annua, sopra le aspettative che avevano ipotizzato una crescita dei prezzi del 2.9%. Il dato core, dal canto suo, è cresciuto del 3.9%, anch’esso sopra le attese (+3.7%) ma come il dato precedente. Su base mensile, la crescita dell’inflazione è stata dello 0.3% nel dato generale, (+0.2% atteso) e dello 0.4% nel dato core (+0.3% atteso).

Si tratta di numeri che hanno sorpreso, specie alla luce dell’ultima rilevazione del Price Consumer Expenditure che invece aveva mostrato una flessione al 2.9% e si tratta del massimo degli ultimi 4 mesi. Le conseguenze sui mercati non si sono fatte attendere, specialmente sulle borse, che hanno ceduto in relazione ai timori che ora la Fed possa mantenere i tassi attuali ancora più a lungo di quanto già ci si potesse attendere.

Con l’aumento del risk off sono tornati a salire i rendimenti dei titoli di stato, con il decennale USA al 4.31% mentre il bund rende il 2.4%. Un rialzo che ha scatenato, oltre alla discesa dei listini, anche la salita del dollaro, tornato per l’occasione valuta rifugio, con rialzi dell’ordine dell’1%.

Ieri, se ricordate, avevamo parlato di eccessi che sembravano poter innescare una qualche correzione e che tale movimento, se la ragione fosse stata plausibile, avrebbe potuto anche rappresentare un qualcosa di più di un semplice pull back.

AZIONARIO

I listini hanno ceduto globalmente, con quelli USA che hanno visto il Dow Jones perdere l’1.35%, l’S&P l’1.37% e il Nasdaq l’1.80%. Tecnicamente siamo a ridosso dei primi supporti chiave, che se violati, potrebbero innescare una discesa importante, anche tra il 5 e il 10 per cento, a giudicare da dove sono posizionati i supporti successivi. Ma ancora molto dipenderà dalle parole dei banchieri centrali, che sempre di più saranno la chiave delle prossime price action.

JPY DEBOLE E LA BOJ?

Molti dei nostri lettori ricorderanno come lo Jpy, nel passato, rappresentasse la valuta rifugio per eccellenza, e in momenti di aumento del risk off, come quello a cui abbiamo assistito ieri, era solito impennarsi e salire in modo repentino, come accadde per esempio nel 2009 con la crisi Lehman, e un UsdJpy addirittura a quota 75.00.

Oggi succede esattamente il contrario, ovvero il UsdJpy in risk off, sale perché il dollaro ha sostituito lo Jpy come asset da tenere in condizioni di aumento dell’avversione al rischio. E allora lo Jpy a 151.50 non sorprende più, perché il dato sul CPI più alto del consensus costringe gli investitori a buttarsi sul dollaro, perché hanno il timore che la Fed mantenga i tassi i livelli attuali per lungo tempo.

Nella notte il Ministro delle Finanze Suzuki ha riaffermato la necessità di avere un mercato dei cambi stabile, senza minacciare però alcun intervento diretto, che si può per ora solo immaginare. Il suo viceministro, Kanda ha affermato che il Giappone non tollera bruschi cali dello Jpy che non sono positivi per l’economia.

Ma per ora, niente di più che qualche dichiarazione che ha frenato se non altro la discesa, che aveva assunto i toni di una caduta libera. Tecnicamente solo un ritorno sotto 149.00 segnalerebbe una inversione di tendenza.

VALUTE

Debolezza per euro e sterlina, scese circa l’1% e, specie l’euro, sceso sui supporti chiave di 1.0700. Cable che tiene meglio per effetto dei dati di ieri sulla disoccupazione, con EurGbp sotto quota 0.8500. Oceaniche più stabili, anche se per ora non riescono a tornare sopra i primi livelli di resistenza.

Price action interessante per EurChf, tornato vicino a 0.9500, dopo che l’inflazione in Svizzera è scesa all’1.3%, un movimento che potrebbe spingere la SNB, finalmente ad abbassare il costo del denaro. UsdChf che ha recuperato quota 0.8850 anche se gli obiettivi di medio sembrano essere posti in area 0.9200.

Stamani, dopo i dati inglesi sull’inflazione delle 08.00, attenzione ai numeri sull’occupazione, produzione industriale e Pil di Eurozona, mentre nel pomeriggio, un occhio di riguardo ai dati sui prezzi alla produzione USA.

snapshot

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani



Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.

Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).

Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Beyond Technical AnalysisFundamental Analysis

Also on:

Disclaimer