La prima settimana di contrattazioni del 2023 vede ancora una volta come protagonista il dollaro.
L'indice del dollaro americano ha iniziato la settimana mostrando i denti, arrivando a registrare il +2%, situazione che ha portato a ribasso i principali asset forex. La fase euforica rialzista del dollaro è durata poco a causa dei dati macroeconomici di venerdì, andando a riassorbire tutto il movimento rialzista della settimana e chiudendo a +0.4%.
Analizziamo i dati macroeconomici usciti la scorsa settimana:
Il tasso di disoccupazione ha sorpreso le aspettative a ribasso; Le proiezioni degli economisti prevedevano un dato superiore a quello precedente (da 3,6% a 3,7%), ma il dato rilasciato dalla Bureau of labor statistics è stato del 3,5%. Disoccupazione ai minimi pre-pandemia.
Non Farm Payroll 223K contro 256K precedente e 200k previsto. Mercato del lavoro che rallenta ad un ritmo inferiore rispetto le aspettative. Guardando al passato, ogni volta che la Banca Centrale Americana ha intrapreso il cammino dei rialzi dei tassi, il mercato del lavoro ha segnalato forti rallentamenti, arrivando a registrare decrementi superiori a -200k.
Nuovi lavori JOLTs 10,458M contro 10,512M precedente e 10,000 previsto. Jobs openings più forti delle aspettative. La strada per raffreddare il mercato del lavoro sembra quella giusta ma il percorso è ancora lungo.
L'indice ISM non manifatturiero scende per la prima volta sotto la soglia dei 50 da maggio 2020. Il settore dei servizi ha registrato un calo, principalmente dovuto dalla diminuzione dei nuovi ordini. Sempre nella stessa settimana è stato rilasciato anche il Purchasing Manager Index, ovvero l'indice che monitora la salute del settore manifatturiero. Il continuo deterioramento di questo indice continua, arrivando a registrare 48,4 contro il 49 precedente.
Gli indici azionari venerdì hanno colto l'occasione della debolezza del dollaro, apprezzandosi di oltre il 2% e frenando il movimento ribassista di dicembre. Vi ricordo che Dicembre 2022 è stato l'anno peggiore per gli indici azionari dal 2008.
The information and publications are not meant to be, and do not constitute, financial, investment, trading, or other types of advice or recommendations supplied or endorsed by TradingView. Read more in the Terms of Use.